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MACPLAS
15/04/0022

Il 9 novembre 2021 si è tenuto il primo di una serie di webinar organizzati da Promaplast in vista della fiera Greenplast di quest'anno. Bandera, Previero-Sorema e Tomra sono state le aziende protagoniste di queste prime sessioni educative da remoto. Di seguito il report sul contributo di Previero-Sorema.

Dopo aver parlato, sugli scorsi numeri di MacPlas, dei primi due relatori - e cioè Bandera e Tomra - che hanno partecipato al webi­nar by Promaplast del 9 novembre scorso dal titolo "La seconda vita del PET", dia­mo ora spazio a Sorema, divisione del­la società Previero, che compie 100 anni proprio in questo 2022. 

Come ben noto agli addetti ai lavori, quest'azienda lombarda si occupa prin­cipalmente della costruzione di mac­chine e impianti per il riciclo di materie plastiche e, nel corso degli anni, ha in­stallato diverse centinaia d'impianti in tutto il mondo, divenendo leader mon­diale nella costruzione di impianti di alta qualità e alta produttività. 

Know-how aziendale e range operativo 

Nel proprio intervento dal titolo "Il pro­cesso di riciclo del PET", Andrea Villa, sales area manager di Previero-Sorema, ha esordito ricordando che, partendo nel 1974 da impianti dedicati al riciclo di film agricolo, l'azienda si è orientata sempre di più verso il settore del riciclo ampliando la fascia di plastiche ricicla­te a tutti i prodotti presenti nel merca­to. Nell'ambito del riciclo del PET, que­sto ha portato alla costruzione, all'inizio degli Anni Ottanta, della prima linea per il riciclo di bottiglie in PET con lavaggio a caldo e, alla fine del decennio succes­sivo, al primo sistema "bottle to bottle" food approved in Australia. Negli ultimi anni l'azienda è quindi giunta al riciclo di vaschette termoformate, reggette e film di PET biorientato (BOPET), sempre con l'intento di ottenere prodotti di alta qua­lità che possano rientrare nel packaging di origine. 

I vertici della società hanno fin dall'ini­zio preso la decisione di concentrarsi su tecnologie di lavaggio e riciclo efficienti e affidabili e, nel 2020, è stata completata l'offerta tecnica al cliente con l'aggiunta di una divisione che sviluppa gli impian­ti di depurazione acqua appositamente per il riciclo della plastica. 

"Scopo dell'integrazione delle due tecno­logie è stato quello di fornire al cliente un servizio completo ove un solo interlocu­tore ha la responsabilità dell'ingegneria di processo, sia per la decontaminazione dei materiali plastici sia per il trattamen­to delle acque", ha puntualizzato Villa, il quale ha ricordato che tale scelta s'inte­gra perfettamente con il modello econo­mico globale di sostenibilità ambientale, ottimizzando l'uso delle risorse connesse all'attività di riciclo. Villa ha poi aggiunto che: "Oggi, il concetto di riutilizzo delle plastiche nel prodotto iniziale (upcycling) non deve essere visto come limitato alle sole bottiglie in PET, ma si è esteso alle bottiglie di HDPE e PP, al PS e perfino ad alcuni film (tra cui lo stretch), senza scordare il progetto denominato De-lnking, relativo a un sistema di lavaggio che pre­vede anche la rimozione della stampa dai film e dai rigidi". 

Questa tecnologia sarà poi argomento di una prossima presentazione tecnica. La figura 1 fornisce una visione panora­mica sulla gamma di materie plastiche da riciclare con gli impianti di Previero-So­rema, provenienti da uso domestico, da uso commerciale, post industriale o agri­colo ... e da molti altri settori. 

"Nell'ambito delle nostre attività, una parte sempre più importante è dedica­ta a ricerca e sviluppo", ha poi dichiara­to Villa proseguendo il suo intervento. "Questo perché lo scarto non è mai un prodotto standard. All'interno della stes­sa Unione Europea, ogni nazione non ha solo consumi e abitudini differenti, ma possiede anche sistemi di raccolta e selezione differenti e ciò dà origine a prodotti diversi in ingresso alle linee di riciclo. Solo un'analisi approfondita del materiale da riciclare con­sente a Sorema di ingegnerizzare il pro­cesso di lavaggio e di riciclo integrando, dove richiesto, il sistema di trattamen­to ottimale delle acque, perché l'inve­stimento e i costi operativi e ambienta­li della linea rendano l'attività di riciclo non solo un'attività meritoria per il pia­neta, ma anche un business proficuo per i gestori dell'impianto". 

"Il continuo lavoro di ricerca sui materia­li e sui processi si fonda su un moderno laboratorio di analisi chimico-fisiche e sulla disponibilità, presso il centro tecni­co, di una vera linea di riciclo industriale, ha spiega­to Villa. "Questo, ci consente di control­lare l'oggettiva composizione dei mate­riali plastici trattati, le reali percentuali e tipologie di contaminazione, la qualità dell'acqua, i consumi delle utilities. È così possibile verificare la qualità e la stabili­tà del materiale in uscita, simulando al 1000/o la linea reale. Presso di noi, quindi, il cliente ha la possibilità di "vedere" realizzato il suo prodotto prima che il progetto venga ingegnerizzato e molto prima della messa in funzione della sua linea". 

Focus sulla linea di riciclo PET presentata al webinar 

Il processo di riciclo del PET, nel suo in­sieme, si divide in una fase di selezione per materiale e colore, una fase di de­contaminazione superficiale e produ­zione di flakes (scaglie), che oggi sono considerate già una commodity e una materia prima seconda (MPS), e una fase di estrusione con rigradazione e de­contaminazione. All'interno di tale ciclo complesso, Previero-Sorema si occupa esclusivamente delle fasi di lavaggio e di depurazione acque, progettando, realiz­zando e installando linee che, in uscita, hanno portate comprese tra i 1000 e i 9000 kg/ora. 

Come ben evidenziato nel paragrafo pre­cedente, anche il sistema per il riciclo del PET parte con l'analisi del materiale in in­gresso. A tale proposito, Villa ha affermato che le analisi devono essere tassativa­mente rigorose, in quanto l'applicazione finale dell'rPET nei prodotti ad alto valo­re aggiunto {come bottiglie, contenitori e fibre tecniche) è possibile solo se si ri­spetta l'obiettivo prestabilito di contami­nazioni finali, valori che spesso rientrano nell'ordine delle parti per milione. 

Con il supporto di un video, Villa ha poi descritto la linea oggetto del suo inter­vento: "Partiamo dal principio che un sistema di lavaggio viene generalmente diviso in due macro­aree: l'area "bottiglie", in cui il materiale ha bassa densità e alta contaminazione, e l'area "flakes", dove il materiale subi­sce il processo di decontaminazione più spinto e raggiunge la qualità finale. La prima area di processo ha inizio con l'a­pertura delle balle e prosegue con il pre­lavaggio e la selezione delle bottiglie per colore e materiale. In quest'area assume particolare importanza il nuovo sistema di prewashing/delabeller, un dispositivo molto robusto, che necessita di pochissi­ma manutenzione e che è in grado di ri- muovere la maggior parte delle etichette e dello sporco superficiale già durante la fase di prelavaggio, utilizzando sempli­cemente acqua fredda e attrito. Le bot­tiglie con l'intera superficie pulita, prive di etichette, sono infatti molto più facil­mente identificabili dai detector e que­sto consente un aumento sostanziale dell'efficienza di queste macchine, ridu­cendo al minimo la perdita di bottiglie idonee al lavaggio". 

"Superata la fase di selezione", ha pro­seguito il sales area manager di Previe­ro-Sorema, "le bottiglie entrano nella se­conda macroarea, dove il materiale viene ridotto a flakes tramite mulini ad acqua che permettono la macinazione associata a una forte azione di pulizia meccani­ca delle superfici. Il dimensionamento e la qualità dei mulini è fondamentale per limitare il materiale perso sottoforma di polverino e per la forma dei flakes, che deve essere aperta per ottimizzare lavag­gio e flottazione. I successivi step sono il lavaggio a caldo, proposto da Sorema in soluzione a batch, la flottazione, il risciac­quo e l'essiccazione, per ottenere flakes puliti e pronti all'ultimo passaggio nei flake detector, per raggiungere la qualità target richiesta di contaminazioni e colo­re prefissati in fase di progetto". 

Prima d'accomiatarsi dai partecipanti al webinar, Andrea Villa ha voluto ricorda­re che il controllo delle emissioni non si limita all'acqua, ma comprende anche la raccolta e l'abbattimento del vapore, la gestione dei fanghi e degli scarti del la­vaggio e la filtrazione dell'aria, che, sulle nuove linee Sorema, è demandata a filtri completi di apposito pannello antiesplo­sione.